PAVIA LA ROSSA
Pavia la Rossa, come scriveva Ada Negri che abitava nel’ex Istituto Boerchio di fronte alle Canossiane.
Pavia d’autunno di rosse foglie
di rossi tetti e mattoni, di cielo di fuoco sopra il ponte
Pavia bellissima come scriveva il Petrarca innamorato di questa città.
Pavia dalle chiese misteriose, come descriveva il Boccaccio nella sua novella ultima del Decameron.
Pavia intransigente che cacciava il Goldoni dal Ghislieri,
Pavia contro Roma come voleva il Re Astulf,
Pavia pericolosa come diceva Teodolinda che fuggi a Monza o Alboino e Rosmunda che fuggirono a Verona,
Pavia importante e regale come voleva Teodorico che fece costruire un Palazzo, le Terme e un bell’Anfiteatro oggi perduto, che sorgeva dove oggi c’è la scuola media Casorati ex Franchi Maggi.
Pavia ghibellina contro il Papa, contro Milano, contro Piacenza, contro Tortona. E perfino contro Venezia battuta sul Po da Eustachi che coniò il termine “Pavesare”.
Pavia che amava il Barbarossa e il Barbarossa adorava la sua città, ci viveva, andava in Santo Stefano o nel Monastero di San Pietro in Ciel d’Oro e poi a San Salvatore fuori le mura, dove festeggiava al Broletto la distruzione dell’odiata Milano.
Pavia della Zuppa, della Torta Paradiso, del Risotto con salciccia e amaretti, dei Pès in Carpion, Pavia che inventò il dolce a forma di Colomba per la Pasqua e il Pan de Mej che a Pavia si chiama Pangialdina.
Pavia di Spallanzani e Galvani, di Cardano e Volta e del Carducci.
Pavia del Foscolo nella cui casa abitò poi Einstein perchè il padre aveva la fabbrica in Viale Venezia.
Pavia di Alboino e Liutprando, delle incoronazioni dei Re italici e dell’Editto di Rotari.
Pavia dove finì per sempre l’Impero Romano d’Occidente, dove Odoacre sconfisse Oreste, dove Carlo Magno sconfisse Re Desiderio e finì il Regno Longobardo, dove lo spagnolo Carlo V sconfisse Francesco I e lo fece prigioniero nella cascina Repentita dove nacque la Zuppa alla Pavese.
Pavia di Teodote e Gundiperga, moglie di re Rotari.
Pavia città delle chiese antichissime, delle reliquie, capitale del Regno Ostrogoto, capitale del Regno Longobardo, Pavia principale base militare con i Romani, dove Stilicone radunava l’esercito.
Pavia Capitale della religione Ariana, di san Siro forse mai esistito, di Epifanio e Teodoro, di san Marino e di tutti i vescovi santi.
Pavia che dorme sotto le foglie d’autunno, che formano un letto umido, lungo un vicolo ignoto del centro che degrada al fiume dove una volta i pescatori vendevano il pesce.
Pavia che ha una chiesa nel Paradiso di Dante, posto di sepoltura dei due maggiori filosofi che forgiarono il pensiero cristiano, Sant’Agostino e San Severino Boezio.
Pavia del raggio di sole che entrava da una finestra in San Michele e colpiva il capo del Re che poi andava in san Pietro in Ciel d’oro dove nella cripta c’è il pozzo di acqua magica, bevendone la quale inaugurava il nuovo Regno.
Pavia d’autunno che ci guarda passare e che guarderà ancora quando noi tutti non ci saremo più…..sempre rossa e magica con il suo cielo bello da togliere il fiato.
Fabio Greggio per Pavia Fanpage 2020